Il denaro non ha odore, rispondeva l’imperatore Vespasiano a chi lo criticava per aver introdotto i gabinetti a pagamento per le strade di Roma. E “vespasiano” è ancora oggi il nome delle “ritirate minime” da utilizzarsi in piedi, per la strada. Si parla di uomini, quindi.
E d’altra parte, sono principalmente uomini i numerosi frequentanti dell’area Stazione Centrale – via Aporti – via Sammartini: uomini che non riuscendo a “trattenersi” innaffiano metri e metri quadrati di strada, come i residenti possono verificare durante tutto l’arco della giornata. Poche ore dopo il lavaggio Amsa di strada e marciapiedi, questi ultimi sono di nuovo ricoperti di “tracce biologiche”. Quindi, purtroppo, di odori disgustosi le nostre strade ne offrono a volontà.
Da qualche tempo però un gruppetto agguerrito di residenti del quartiere ha deciso di chiedere soluzioni a questa situazione: hanno lanciato una petizione (vedi) per la reintroduzione di “vespasiani” nell’area. Come e perché, ce lo spiegano Flavia e Orsola che fanno parte del Comitato Parcheggi Sammartini 31. Flavia, promotrice dell’iniziativa, commerciante, abita in Ponte Seveso ed è volontaria in SOS. Orsola, residente in Sammartini, è da tempo attiva su problematiche che riguardano il degrado e la sicurezza in zona. E’ volontaria nelle realtà di accoglienza presenti sul territorio (Centro SPRAR e Hub) ed è consigliera della nostra associazione.
- Ma come mai la situazione di questa zona è così terribile? Ci sono motivi particolari?
Flavia: Chi ha una certa età ricorda che l’area della Stazione Centrale era dotata di un certo numero di questi servizi. Elementi essenziali sia per il grande passaggio di persone sia per la presenza di molti capolinea di mezzi pubblici e stazionamento di taxi, attività che un tempo erano prettamente maschili.
In Stazione Centrale ci sono servizi a pagamento (nell’ammezzato) difficilmente raggiungibili dall’esterno e, purtroppo, insicuri: infatti sono stati teatro di aggressioni ( nel 2016 uno studente dei Salesiani fu aggredito all’interno dei bagni e ferito per rapinarlo).
La Centrale è ora anche un luogo di stazionamento e ritrovo di una vasta e varia umanità che non vuole o non può pagare questo servizio o spesso non è in condizioni di raggiungerlo (etilisti). Molti chioschi e negozi di alimentari attorno alla Stazione sono luogo di incontro di varie etnie, che si ritrovano per bere insieme. Purtroppo queste attività non sono dotate di servizi e quindi, al bisogno, ogni angolo è buono…
In anni recenti l’amministrazione al fine di eliminare gli angoli ha alterato la linea severa della Stazione collocandovi blocchi di granito; il” problema” però non si è risolto, si è semplicemente spostato.
- Quali sono le aree più colpite dalle “armi biologiche”?
Flavia: Alberi, aiuole, strombature delle porte, centraline telefoniche, i tunnel sotto i binari , le scale della metropolitana, lo spazio tra le macchine parcheggiate.
Orsola: L’uso delle parti comuni come orinatoio è oramai una pratica trasversale a tutte le condizioni sociali e riguarda sia le zone in abbandono (penso all’area ex Tamoil in Sammartini angolo Lunigiana) che le vie della movida dove il consumo di birra e alcol favorisce la pratica.
- Installare vespasiani sembra una scelta controcorrente: dalle nostre strade sono ormai spariti… Invece di recente si vedono in giro cabine di wc chimici.
Flavia: Purtroppo i wc fissi e a pagamento sono luoghi insicuri (non si sa chi ci aspetta fuori) e spesso utilizzati a uso improprio: come appoggio per il “buco”, o come “alcova” per la prostituzione locale. Paradossalmente quindi aumentano il degrado dell’area invece di ridurlo.
Orsola: Recentemente ne abbiamo fatto togliere uno all’incrocio tra Sammartini/Lunigiana/Gluck perché al calar del sole gli abitanti assistevano ad un via vai di persone poco raccomandabili proprio per i motivi citati da Flavia.
- Ho visto che fate circolare anche delle foto di vespasiani di design. Ma ve ne sono in funzione, e dove?
Flavia: Sicuramente la nazione più sensibile al problema è l’Olanda, patria di gente pratica e scevra da un certo perbenismo. Ad Amsterdam , per esempio, si trovano vespasiani dovunque anche nelle immediate vicinanze di chiese e monumenti.
Orsola: Basta cercare in Internet la parola “pissoir” per trovare esempi in tutte le città europee, da Amsterdam a Parigi, da Berlino a Londra. Tutti esempi che fanno apprezzare il vespasiano anche dal punto di vista architettonico (design) fondamentale per l’inserimento in un contesto urbano. Volando alto, sarebbe auspicabile studiare i diversi contesti delle aree urbane che necessitano di vespasiani e pensare a diverse architetture e colori.
- Avete avuto consensi? firme, adesioni… E l’amministrazione cittadina cosa ne dice?
Flavia: Abbiamo ricevuto adesioni da parte di cittadini, commercianti e le associazioni presenti sul territorio.
Orsola: L’interesse è elevato perché il problema è molto sentito: infatti le parole che ci vengono ripetute più spesso sono degrado e malattia. La nostra petizione vuole essere in primo luogo uno stimolo per l’amministrazione, ed assieme alle firme abbiamo realizzato una mappatura di possibili punti in cui necessiterebbero i vespasiani e una raccolta di esempi dall’estero… Vedremo come risponderà l’amministrazione comunale.
La raccolta è iniziata lo scorso Novembre e contiamo di chiuderla per metà Febbraio, per consegnarla formalmente entro la fine del mese. Chi volesse firmare può scrivere un messaggio sulla pagina facebook del Comitato Parcheggio Sammartini 31 per avere indicazioni.