Forse qualcosa si muove…
Ma dire “l’importante è che si faccia qualcosa” non basta: è importante anche il come, che sia sostenibile, che sia utile alla zona e ai cittadini, altrimenti per la zona può essere un boomerang e uno spreco di soldi per opere pubbliche costrette ad inseguire le scelte private.
E… si penserà a servizi per la zona? Come sarebbero distribuite le attività? Come mai un unico grande parcheggio, e per quali utenze? Chi dovrebbe decidere, chi valutare i cambiamenti urbanistici dei quartieri circostanti? Più che mai si rende necessario un tavolo di confronto cittadini – comune – proprietà, prima di cominciare e non dopo…
Questo l’articolo pubblicato oggi 29/11/14 sul Corriere della Sera, nelle pagine milanesi (link)
La nuova Centrale con moda e bistrot:
restauri da 50 milioni.
Interventi dalla Galleria ai magazzini dismessi.
Gallo, Grandi Stazioni: più servizi e sicurezza
Nuovo restyling per la Centrale. Si comincia dalla Galleria delle carrozze.
L’ampio spazio monumentale, che collega le piazze IV Novembre e Luigi di Savoia e che s’affaccia su piazza Duca d’Aosta, ospiterà
500 metri quadrati di boutique, all’interno di una struttura in vetro e acciaio, secondo il progetto dello studio Giugiaro di Torino, cui Grandi Stazioni ha affidato la messa a punto del concept di sviluppo.
È già stato chiesto il parere alla Soprintendenza. E ieri l’ad di Grandi Stazioni, Paolo Gallo, ha illustrato il programma di riqualificazione alle istituzioni milanesi riunite in Prefettura al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
La Galleria delle carrozze si presenterà così rinnovata ai visitatori di Expo. Ma è solo l’inizio di un percorso di recupero e valorizzazione dell’intero complesso, inclusi i Rilevati ferroviari, un tempo occupati dai Magazzini Raccordati, che si sviluppano per 1 chilometro e mezzo a nord della Centrale, tagliando in due il quartiere Greco.
Si tratta di sette corpi di fabbrica distribuiti lungo le vie Ferrante Aporti e Sammartini e saranno interessati dai lavori con gradualità. Un investimento da «40-50 milioni di euro — spiega l’ad Gallo, che lavora al progetto dallo scorso settembre —, abbiamo inserito il completamento dell’opera nel piano industriale 2018-2020». Ogni «blocco» avrà una propria vocazione.
Secondo il progetto dello studio Giugiaro, la commercializzazione per i primi due blocchi, più vicini alla Stazione, aprirà nel 2015. Sarà possibile recuperare spazi su tre livelli (piano strada, ammezzato e piano binari) dedicato al food & market (mercato alimentare) su Sammartini e centro commerciale con ristoranti e caffè su Ferrante Aporti.
All’interno dei rilevati (edificio 4) sarà realizzato un grande parcheggio da 600 posti auto a raso terra, quindi senza necessità di scavi, «che ha già avuto il via libera preliminare dai vigili del fuoco».
Quanto agli ex Magazzini Raccordati, immensi spazi che si sviluppano per 40 mila metri quadrati, in disuso da 15 anni, saranno ridisegnati in odo da ospitare 130 nuovi locali con una superficie media di 300 metri quadrati, con sei diverse aree tematiche dedicate al tempo libero, all’educazione, allo sport, alle gallerie d’arte, al divertimento.
Un importante elemento per la valorizzazione è che «siano creati ampi marciapiedi e piste ciclabili, con un ripensamento della viabilità e della mobilità e anche la pedonalizzazione di uno dei tunnel sottostanti», ha aggiunto l’ad Gallo.
La riqualificazione e il ripensamento della stazione è stata già presentata al Mapic di Cannes lo scorso mese.
«Vogliamo dare al complesso un futuro molteplice nelle sue funzioni — spiega l’architetto Fabrizio Giugiaro —. La stazione è di una modernità difficile da comprendere e si può integrare bene con la città».
Nel sogno dell’architetto c’è anche l’idea di utilizzare le rotaie laterali, non più utilizzate, con due navette, che portino i visitatori dall’ingresso della Centrale agli edifici più lontani. I rilevati con gli ex Magazzini all’ingrosso oggi sono una vera e propria città nascosta fatta di stanze, stanzoni, corridoi e viali tutti collegati.
Fino al 1991 erano usati per movimentare merci scaricate dai camion e caricate su vagoni che venivano successivamente portati «al piano del ferro» tramite grossi ascensori per partire verso tutta Italia ed Europa.
Esattamente il contrario di quanto accade oggi. Vennero inaugurati nel 1914, poco prima che i lavori subissero un fermo a causa della Prima Guerra Mondiale, prima, e della carenza di fondi nel dopoguerra, dopo.
(Paola D’Amico)