Lo dicevano in tanti, davanti alle pareti restaurate dei Magazzini: ma ancora nessuno le ha sporcate? E infatti puntualmente è comparso un pasticcio a spray che non si può definire neanche “tag”: messaggio privato abbastanza inutile , caratteri semianalfabeti, pure una cancellatura. Come dichiarazione d’amore, non è un granché.
Fortunatamente sappiamo che le pareti hanno ricevuto un trattamento “antigraffito”: i responsabili del cantiere sono già stati avvertiti, e si spera che un veloce passaggio di idropulitrice sarà sufficiente a eliminare il tutto.
Ma il fatto è che 3 chilometri di “foglio bianco” attirano molto: un foglio che non è di nessuno, che non ha intorno segni di vita, passaggio di persone, che aspetta solo di essere pasticciato. Noi lo diciamo da sempre, solo i luoghi vissuti vengono percepiti come luoghi di tutti.
Per questo da sempre insistiamo perché si studino forme di riuso di questi spazi, prima temporanee perché i quartieri e la città ci “facciano amicizia” e imparino a frequentarli; e poi, definitive, non solo dedicate allo sfruttamento commerciale ma anche utili a fini sociali. Ne ragioniamo con il Comune, con il Consiglio di Zona, con il Politecnico, con i servizi che usano gli spazi, con le tante associazioni e realtà culturali che si muovono “intorno ai binari”. Tutti portano proposte di riuso, tutti ci pensano, tranne la proprietà che tanto ha investito per ripulire.